L’arte della comunicazione

21 feb L’arte della comunicazione

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Come sanno coloro che seguono il sottoscritto e lo Studio, non solo online, ritengo che le c.d. “soft skills” siano ormai imprescindibili per ogni professionista ed in ogni azienda e per questo motivo cerco, compatibilmente col poco tempo disponibile, di approfondire l’argomento ogni volta che posso (d’altra parte chi fosse interessato ad altri aspetti non strettamente”legali” trova qui alcuni articoli).

Sfruttare al meglio la comunicazione può essere un ottimo modo per migliorare qualsiasi tipo di performance, ma può rivelarsi difficile. Proprio per questo motivo, la tendenza sembra essere quella di scegliere i soggetti da inserire in azienda non più solo in base alle loro competenze tecniche, ma anche valutando le loro capacità di relazionarsi con gli altri e la loro cultura generale (che tra l’altro può essere un’ottima base per fare conversazione o trovare interessi comuni con i colleghi).

Uno degli errori più comuni che si tende a fare in questo campo è quello di considerare i rapporti interpersonali come frutto di capacità innate, attribuibili esclusivamente all’indole delle persone o alle loro attitudini naturali; mentre, in realtà, esistono molti modi attraverso i quali si possono migliorare le qualità della comunicazione e la consapevolezza di sé.

Prima di tutto, è bene cercare di capire che tipo di comunicatore siamo, e allo stesso modo indovinare quale tipo di comunicatore si ha davanti. Ovviamente, non esiste un tipo di classificazione universalmente accettata in materia, ma ad esempio, per quanto riguarda l’avversione al rischio, possiamo distinguere tra i soggetti che non lo amano (come gli “analitici” o gli “amabili”) e coloro che invece lo cercano (“direttivo” ed “espressivo”). Nella tabella che segue vengono indicate alcune delle caratteristiche proprie dei differenti stili sociali di comunicazione; colui che saprà sfruttare i punti di forza caratteristici del proprio stile e allo stesso tempo cogliere le debolezze di stili diversi sarà già a buon punto nell’apprendimento dell’arte comunicativa.

Assertività
Estr

o

v

e

r

s

i

o

n

e

Analitico ➡ riservato➡ attento ai dettagli

➡ ponderato nelle decisioni

➡ organizzato

➡ poco incline alla relazione

➡ non ama il rischio

➡ scrupoloso e metodico

➡ verifica e controlla

Direttivo ➡ intransigente➡ autoritario e risoluto

➡ rapido nelle decisioni

➡ efficiente e operoso, controlla

➡ diretto allo scopo

➡ orientato ai risultati

➡ ama rischio e sfida

➡ ama vincere

➡ schietto e sincero

Amabile ➡ leale e sincero➡ evita i conflitti

➡ poco decisionista

➡ condivide i successi

➡ non ama la pressione

➡ crea relazione

➡ non ama il rischio

➡ collabora

➡ consiglia e incoraggia

➡ si prende troppo lavoro

Espressivo ➡ creativo➡ non ama i dettagli

➡ decide subito con intuito

➡ vivace e ambizioso

➡ crea relazione

➡ ama il rischio

➡ ama vincere

➡ ricerca il consenso

➡ entusiasta e cordiale

Fonte: Dittmeier, Carolyn A., Internal Auditing. Chiave per la corporate governance, Egea, Milano 2007.

Con il termine “assertività” si intende la capacità di manifestare il proprio pensiero e sostenere la propria opinione, senza farsi prevaricare dagli altri e rispettando al tempo stesso il punto di vista altrui.

Per “ estroversione” si intende invece la tendenza ad orientarsi verso il mondo esterno e a trasferire in esso anche la propria realtà interiore. Un estroverso manifesta curiosità, attenzione al contesto e parla volentieri di sé e della sua vita privata.

Costruendo quindi un diagramma con in ascissa l’assertività e in ordinata l’estroversione, otterremo una matrice che definisce, per ogni quadrante, uno stile sociale di comunicazione (analitico: bassa assertività e bassa estroversione; direttivo:  alta assertività e bassa estroversione; espressivo: alta assertività e alta estroversione; amabile: bassa assertività e alta estroversione).

Infine, un’ altra parte importante della comunicazione è legata ai cosiddetti “interpersonal skill”, ovvero le capacità di saper leggere e gestire emozioni,  motivazioni e comportamenti non solo propri ma anche di coloro che ci sono vicino. Anche in questo caso i nomi e le classificazioni utilizzate sono molteplici, ma è  comunque possibile indicare cinque tipi di capacità.

  • Leadership

Il processo di leadership consiste nell’interazione di coloro che in una struttura (aziendale, professionale, ecc.) occupano la posizione più elevata (detti appunto leader) col resto del gruppo. Una delle caratteristiche fondamentali dei membri con capacità di leadership è quella di proporre idee e attività nel gruppo utilizzando in questo modo dei mezzi per influenzare i membri del gruppo a modificare il loro comportamento. Ma, dal momento che l’influenza sociale è comunque sempre un processo reciproco, quello che caratterizza i leader è che possono influenzare gli altri nel gruppo più di quanto siano influenzati loro stessi. Un leader deve inoltre essere un buon decision maker, sapendo prendere decisioni velocemente  con le giuste valutazioni e assumendosi le responsabilità che queste comportano, ma anche avere ottime capacità di delega, creando motivazione ed entusiasmo nei suoi sottoposti.

  • Communication skill

Sotto questa denominazione troviamo le capacità di gestire la comunicazione sia verbale che scritta. La gestione dei feedback permette di alimentare in maniera potenzialmente infinita le informazioni offerteci dall’altra parte; con un “ascolto attivo” saremo in grado di entrare in sintonia con il nostro interlocutore, cogliendo tutte le sfumature del suo messaggio ed arrivando prima a comprendere quali sono i punti veramente importanti del discorso, con l’obiettivo finale di entrare in empatia con chi ci sta parlando.

  • Team working

Per lavorare insieme ad altre persone, all’interno di un gruppo, allo scopo di raggiungere gli obiettivi prefissati, è necessario saper cooperare, assumendosi le proprie responsabilità  e seguendo il leader in maniera costruttiva, cioè cercando comunque di dare il proprio contributo a progetti e decisioni in base alla propria area di competenza.

  • Networking

Con questo termine si intende il complesso di attività e iniziative finalizzate a creare e mantenere nel tempo contatti di diverso tipo con molteplici interlocutori (non solo interni all’azienda ma anche esterni) la cui collaborazione può portare alla nascita di nuovi progetti o alla efficace realizzazione di quelli normalmente condotti. La cosa importante è quindi cercare di costruire una rete di contatti “a tuttotondo”, senza limitarsi a prendere in considerazione il solo terreno abituale di relazione ma aprendosi anche verso settori professionali apparentemente estranei alla propria professione in senso stretto. Basilare diventa perciò sfruttare al meglio le occasioni di incontro, individuando gli interessi di cui ciascuno è portatore per rendere comuni degli obiettivi che in origine erano individuali.

  • Problem solving

Il problem solving è la capacità di risolvere un problema elaborando le informazioni utili ed i feedback ricevuti dai nostri interlocutori e trovando velocemente delle soluzioni praticabili. Le tappe più importanti saranno in questo caso:

  • l’identificazione del problema attraverso l’ascolto attivo;
  • la proposizione di soluzioni alternative e la valutazione delle stesse;
  • la scelta della soluzione da porre in essere;
  • l’agevolazione della soluzione.

 

E Voi, in quale tipo di profilo Vi riconoscete?

Avv. Domenico Balestra