Gli indici ed i termini più utilizzati in finanza

18 apr Gli indici ed i termini più utilizzati in finanza

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Avendo spesso contatti con imprenditori, manager, amministratori e sindaci, non posso fare a meno di sentire menzionare più volte ogni giorno una lunga lista di termini, spesso anche in inglese, che ad un giurista “classico” potrebbero risultare estranei; in questo senso, lunghe ore di lezioni di finanza e gestione delle Imprese risultano, senza dubbio, molto utili.

Un piccolo riassunto di indici e termini più utilizzati spero possa tornare utile a me e a tutti Voi:

  1. AGGIOTAGGIO L’art. 185 del TUF definisce l’aggiotaggio come manipolazione del mercato, la quale si concretizza nella condotta di  diffusione di notizie false, realizzazione di operazioni simulate o altri artifizi concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari. Tale reato è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da € 20.000 a 5.000.000 €. La CONSOB è l’autorità di vigilanza dei mercati cui spetta il controllo sull’aggiotaggio.
  2. AZIONE ORDINARIA (capitale di rischio, contrapposto a capitale di debito). L’azione ordinaria rappresenta l’unità minima di partecipazione al capitale di una società. Le caratteristiche distintive delle azioni sono i pagamenti discrezionali di dividendi, i diritti residuali sul capitale della società, la responsabilità limitata e il diritto di voto nelle assemblee societarie.
  3. BREAK EVEN Pareggio tra entrate e uscite totali relativo a un’impresa o a un singolo progetto d’investimento.
  4. BROKER Intermediario finanziario operante sul lato dell’offerta per conto della clientela. I broker pongono in essere le negoziazioni che il committente intende effettuare mediante la ricerca di altri soggetti disposti a negoziare a condizioni vantaggiose per il committente o comunque compatibili con le sue richieste.
  5. CALL L’opzione call conferisce al possessore la facoltà di acquistare una determinata attività sottostante, a un prezzo predeterminato (c.d. strike price) entro la scadenza del contratto oppure alla scadenza del medesimo. L’esercizio di tale facoltà risulterà conveniente ogniqualvolta il prezzo di esercizio sarà inferiore al prezzo spot dell’attività sottostante.
  6. CAPITAL LOSS Perdita nella quale si incorre quando un’attività finanziaria o reale viene venduta ad un prezzo più basso del prezzo di acquisto. Quando non si realizza la vendita vera e propria, ma la perdita risulta da una riduzione del valore di mercato dell’attività, si parla di capital loss potenziale.
  7. CASH FLOW Differenza fra entrate e uscite di cassa aziendali in un determinato periodo di tempo; determina la possibilità dell’azienda di autofinanziarsi.
  8. COLLOCAMENTO Servizio di investimento previsto dal TUF che può essere svolto unicamente da intermediari autorizzati e che rappresenta la modalità principale con cui si realizzano le offerte pubbliche di vendita (OPV), di sottoscrizione (OPS) e le offerte pubbliche iniziali (IPO).
  9. DEALER Intermediario finanziario che nell’industria dei servizi di investimento opera sul lato dell’offerta operando in contropartita diretta della clientela su richiesta della stessa. In sostanza i dealer effettuano negoziazioni di strumenti finanziari per conto proprio, acquistando strumenti che confluiscono nel loro portafoglio di proprietà (inventory) e vendendo strumenti detenuti in proprietà e traendo da tali negoziazioni un profitto.
  10. DIVIDENDO Importo distribuito dalla società agli azionisti a titolo di remunerazione del capitale investito.
  11. EBIT (Earnings Before Interest and Taxes) (Fatturato – Costo del venduto = Margine Operativo Lordo – Costi operativi = EBIT. Tra i costi operativi rientrano anche gli ammortamenti.
  12. EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortisation) o MOL (Margine Operativo Lordo (Fatturato – Costo del venduto = EBITDA o MOL.
  13. EMBEDDED VALUE Utilizzato in campo assicurativo, si ottiene sommando il portafoglio in essere, rappresentato dalle polizze assicurative attualmente presenti (valore attuale dei flussi in entrata generati dalle polizze attualmente accese) e il c.d. “free surplus“, ossia la quota di capitale proprio a disposizione della società in quanto non vincolata all’attività attualmente in essere.
  14. FREE OF PAYMENT Il metodo di regolamento che non richiede l’immediato riscontro della corrispondenza tra trasferimento dei titoli e dei mezzi di pagamento da parte dell’ente di gestione accentrata che riceve l’istruzione di regolamento. Per ragioni di sicurezza delle operazioni in molti sistemi (incluso quello italiano gestito da Monte Titoli) si preferisce impiegare il metodo Delivery versus Payment, che implica il trasferimento contestuale di titoli e mezzi di pagamento.
  15. FUTURE Il future è un contratto derivato negoziato su mercati regolamentati mediante il quale acquirente e venditore si impegnano a scambiarsi una determinata quantità di una certa attività finanziaria o reale (detta attività sottostante o underlying asset) a un prezzo prefissato e con liquidazione differita a una data futura prestabilita. È un contratto simmetrico in quanto entrambi i contraenti sono obbligati a effettuare una prestazione a scadenza. L’operatore che acquista il future (che si impegna, cioè, ad acquistare a scadenza il sottostante) assume una posizione lunga (long), mentre l’operatore che vende il future assume una posizione corta (short). L’attività sottostante (underlying asset) di un future può essere un’azione, un’obbligazione, un tasso di interesse a lungo termine, un tasso a breve, una valuta, un indice azionario o una merce (commodity).
  16. HEDGE FUND Fondi che generano rendimenti non correlati con l’andamento del mercato attraverso l’utilizzo di una vasta gamma di strategie d’investimento.
  17. LEVERAGE Rappresenta la proporzione esistente tra risorse proprie e risorse di terzi utilizzate per finanziare gli impieghi, proporzione che esprime la partecipazione del capitale proprio ai rischi d’impresa. La formula per il calcolo della leva è totale fonti di finanziamento/capitale proprio).
  18. LINKED in generale il termine rimanda a due prodotti tra loro collegati e pertanto ad un derivato, composto da una parte obbligazionaria e da una di opzione. Abbiamo trattato il tema con riguardo alle polizze linked.
  19. MARKET RISK E’ il rischio in cui incorre l’investitore in seguito a variazioni generali del mercato.
  20. OBBLIGAZIONE o BOND (capitale di debito, contrapposto al capitale di rischio). Titolo, per l’appunto, di debito, emesso da società o enti pubblici che attribuisce al suo possessore, alla scadenza, il diritto al rimborso di capitale + interesse. In questo senso si contrappone all’azione, anche se la sicurezza del prodotto obbligazionario com’è noto è sempre più discutibile visti i rischi fallimento (anchge di Stati Sovrani) e bail in. 
  21. PATRIMONIO NETTO In fase di avvio dell’attività d’impresa il patrimonio netto coincide con il capitale di apportato dal soggetto economico dell’impresa (gli azionisti). Successivamente, l’ammontare del patrimonio netto varia in funzione dell’accantonamento di riserve legali e/o statutarie e del riporto a nuovo di perdite/utili di esercizio.
  22. PUT L’opzione put conferisce al possessore la facoltà di vendere una determinata attività sottostante, ad un prezzo predeterminato (c.d. strike price) entro la scadenza del contratto oppure alla scadenza del medesimo. L’esercizio di tale facoltà risulterà conveniente ogniqualvolta il prezzo di esercizio sarà superiore al prezzo spot dell’attività sottostante.
  23. PREZZO A PRONTI Il prezzo a pronti (o prezzo spot) è il prezzo che un acquirente deve corrispondere al venditore per acquistare un bene oppure un’attività finanziaria la cui consegna è immediata, ossia contestuale alla stipula del contratto di compravendita.
  24. PREZZO A TERMINE Il prezzo a termine (o prezzo forward) è il prezzo che un acquirente si impegna a versare per acquistare un bene oppure un’attività finanziaria la cui consegna avviene con un differimento temporale rispetto al momento in cui viene stipulato il contratto di compravendita. L’acquirente e il venditore di tale contratto sopportano il rischio che, al momento (futuro) della consegna, il prezzo pattuito alla stipula del contratto sia diverso dal prezzo spot negoziabile sul mercato al momento della stipula del contratto.
  25. ROE (Return On Equity) Capacità di un’impresa di remunerare il capitale di rischio. Si calcola con la formula (reddito netto dell’esercizio/mezzi propri impiegati nell’esercizio medesimo)*100.
  26. ROI (Return On Investment) Redditività del capitale complessivamente investito nell’impresa, tenendo in considerazione sia il capitale portato a titolo di rischio sia quello sottoforma di debito in prestito. Si calcola con la formula (reddito totale operazione – capitale investito)/capitale investito.
  27. SWAP Strumento derivato consistente nello scambio di flussi di cassa tra due controparti.